Erano seduti sotto il pergolato della casa, l’edera e la vite lasciavano scoperti piccoli scampoli di muro: mattoni, pietre e calce, facevano poche concessioni all’estetica, ma parlavano di solidità e caparbietà.
Di fronte a loro, la Dormiente disegnava l’orizzonte: quelle montagne dalla forma simile ad una donna distesa erano diventate una specie di ossessione per le genti del posto.
“Quando deciderà di alzarsi, saranno dolori!”, ogni tanto si sentiva la voce di uno zio o un compare, che si erano trovati a passare a Terra di Briganti ed ora lasciavano asciugare il sudore di una giornata di fatica, con buon bicchiere di rosso.
“E perché dovrebbe? Sta così comoda!” ribatteva subito Toni, che tra i due fratelli era il più chiacchierone, un po’ per provocare e un po’ per rassicurarsi. Si era appena fermato, ancora affannato dopo le corse sfrenate nelle vigne e tra gli alberi di frutta.
Quando con il fratello Romeo decidevano che doveva essere una grande avventura, si spingevano fino al bosco di querce e ancora più in là, dove il fresco e sonoro ruscello tagliava la terra rossa, segnando il confine dei campi dei nonni ma anche il confine del loro piccolo grande mondo.